martedì 8 giugno 2010

Fruttortaggio: la fine di un rapporto conflittuale

Sapevo che prima o poi mi sarei lasciata alle spalle il consumo di fruttortaggi ma mai avrei creduto di farlo in maniera così “apparentemente” repentina, da un giorno ad un altro, non provando più tra l’altro, alcuna attrazione/tentazione secondaria tipica di un’intossicazione consolidata negli ultimi 3 mesi a mangiare copiose insalatone di pomodori/peperoni/zucchine e peperoncino piccante ultimo araldo di una malsana abitudine civilizzata che fa del miscuglio di cibi selvaggio, dei condimenti e della manipolazione delle forme il suo piatto di portata principale.
Fu così che allora, dopo aver comprato una cassa di pomodoro piccadilly da 5 kg , qualche zucchina e due peperoni verdi, io smisi di mangiare fruttortaggi fino al momento presente, esattamente dal giorno 27 di Maggio ad oggi, lunedì 7 Giugno.

Ero diventata troppo schiava di tutti questi pomodori, zucchine, peperoni; mi piaceva consumarli a pezzettini e così dovevo usare un tagliere, un coltello ben affilato e per le zucchine, un pelapatate per ricavarne delle sottili striscioline.. Dovevo mettermi lì ogni sera a prepararmi questo pasto deviato mischiando innaturalmente frutti che tra loro in verità hanno poco da spartire e se potessero magari, neanche sceglierebbero di stare l’uno vicino all’altro…ed io invece, non solo non mi sono mai chiesta se volessero stare insieme, ma li ingerivo tutti contemporaneamente pensando fosse normale mischiare più cibi allo stesso momento.
Del resto, unire in uno stesso pasto più ingredienti è il fondamento su cui si basa qualunque dieta (errata) che esista al mondo, da quella onnivora a quella pseudo-fruttariana.
Ed è così che mi sono nutrita per ben 26 anni della mia vita; mescolando cibi.

Proprio come non si trae alcun piacere nel mangiare della pasta (tralasciando il fatto che il grano per diventare pasta deve subire varie lavorazioni industriali) senza alcun condimento sopra, allo stesso modo non si può trarre alcun piacere nel mangiare pomodori/zucchine/peperoni a morsi a meno che non siano davvero l’unica cosa che abbiamo a disposizione…
Possiamo forse mettere a confronto un pomodoro con una mela deliziosa? Una zucchina con una succosa pesca? Una delicata albicocca con un peperone?

Ci fu un periodo della mia vita (appunto, non molto tempo fa) in cui alla sera mi facevo queste insalate di fruttortaggio perché ero ancora intossicata da uno stile di vita malato, ero ancora schiava dalla presunzione umana di ritoccare ed alterare le forme della natura seguendo le direttive golose di uno stomaco pigro e voglioso che fa capo ad un egoismo smodato che non si cura della salute ma solamente di appagare triviali e bassi piaceri di gola.
Mescolavo, tagliuzzavo, decoravo queste insalatone non per santificare la mia salute ma per solleticare il mio palato.

Del resto, mi rendevo sempre più conto che di giorno –grazie agli effetti di un regime melariano diurno – ero completamente in un altro stato di coscienza rispetto alla sera, molto più elevato e prone all’altruismo rispetto a quello della sera che invece era tutto l’opposto, banalmente egoistico.
Di giorno mangiavo per nutrire il mio corpo e grazie alle energie ricevute volevo contribuire a fare qualcosa di buono ed utile per me e per il mio prossimo mentre alla sera tutto quel surplus di energie e di cibo non servivano principalmente a nulla se non ad alimentare il mio piacere egoistico…

Giorno dopo giorno era sempre più palese e tangibile la differenza che c’era nei miei flussi di coscienza; era sempre più forte il divario di energie del giorno e della notte. Percepivo letteralmente un “abbassamento” di “potenza” (non in senso di forza fisica, piuttosto spirituale) quando mi accingevo a mangiare questi mix assurdi.Mi trovavo davvero in due stati di coscienza opposti; quello altruistico (naturale) di giorno e quello egoistico (umano, deviato) alla sera e troppe volte mi chiesi dove volessi veramente stare, se nella dolcezza della Luce di D-o sottoforma di mela oppure nella bieca oscurità dei miei intestini.

Alla fine dei giochi, ho preso posizione. Naturalmente, istintivamente, felicemente.

Disintossicazione da Fruttortaggio
Passerò ora a descrivere le fasi che nell’ultimo mese circa mi hanno portato progressivamente ad allontanarmi dalla fruttortaggio.

1° Fase: Peperoncino
Il primo ingrediente che mi lasciai alle spalle fu il peperoncino fresco piccante. Avevo cominciato ad usarlo come sostituto della cipolla quando ero ancora intossicata dai piaceri violenti di un’alimentazione sadomaso che ricercava disperatamente il suo godimento in sapori forti e “crudi” (in entrambi i sensi interpretativi), retaggio di un rapporto malato con il cibo e conseguentemente anche con il sesso.
Ero arrivata ad intossicarmi a tal punto che quando andavo di corpo, l’ultimo tratto dell’intestino mi bruciava ed osservavo delle quantità medie di muco bianco nelle feci. Inoltre, poco prima che comparissero questi sintomi, accadeva che ogni qualvolta mi accingevo a tagliarlo per aggiungerlo nell’insalatona, mi toglieva letteralmente il respiro e altre volte invece, starnutivo spesso.
Il mio corpo stava facendo di tutto pur di tenermi lontana da lui, da questo “caldo” frutto proveniente dal vicino Egitto.

2°a Fase: Insalatone di Fruttortaggio senza alcun condimento
Da qui poi, continuai per un altro periodo dunque a mangiare pomodori/peperoni e zucchine (rigorosamente scondite) creando sofisticate orge alimentari a cui, all’epoca, non volevo assolutamente rinunciare.
Il muco nelle feci persisteva insieme alle numerose bucce di pomodoro indigeste che il mio organismo gettava via continuamente e che io invece, al contrario, gli propinavo copiose ogni giorno.
Continuai così fino alla sera del 26 Maggio 2010 quando inconsapevolmente mi cibai dell’ultima insalatona di fruttortaggi - credo di poter ben dire - della mia vita.
Continuai ad eliminare bucce di pomodori e muco per altri 3 giorni dopo la mia totale astensione verso questi cibi intossicanti.

Ci furono pure altri fattori che mi fecero render conto dell’inutilità di questi frutti e della dannosità di determinate azioni che compivo pur di continuare imperterrita in questa malsana abitudine di mangiare fruttortaggi – frutti non appropriati per la specie umana - quali per esempio l’impossibilità di fare un pasto frugale, la couperose sulle guance, la chiarezza mentale ottenebrata dall’ingestione di cibi diversi fra loro, l’abbassamento dell’energia spirituale, una certa stabilità emotiva compromessa…

Tutto questo processo avanzò inesorabilmente in parte all’oscuro in parte al chiaro della mia coscienza ma la cosa sorprendente fu appunto, la mia capacità di cavalcare certe energie particolari nell’ambiente intorno a me senza pormi troppe domande, ascoltando semplicemente il corpo.
Dunque mi trovai in questo modo a disconnettermi completamente con questi frutti in maniera così netta da percepire oggi un netto abisso vibrazionale tra i loro corpi, tra le loro forme e le mie.

Titubai a lungo, lasciai stramaturare la scelta finale di liberarmi da questi prodotti della terra soffrendo anche un poco, stressando sensibilmente il mio organismo ma grazie a D-o non mi feci trovare impreparata nel momento di fare il grande salto verso ciò che sarà e ciò che è -già in parte – il mio futuro.


I pomodori e la falsa fame

I sintomi della falsa fame che accusavo specificatamente la mattina sono enormemente migliorati da quando ho cessato di cibarmi di fruttortaggi, specialmente di pomodori.
Sono convinta infatti che i veri responsabili di questi spiacevoli ed ingannatori sintomi siano le bacche di pomodoro. Anche se sei supersazio ed il cibo ti esce letteralmente dagli occhi, uno di questi frutti preso da solo ne chiama subito un altro e poi un altro ancora, convalidando sempre più la teoria dell’intossicazione egoistica per mezzo del cibo terreno, in questo caso il frutto del pomodoro.

Conclusioni

Le mele mi hanno insegnato tanto. Grazie a loro, mangiandole sono riuscita ad estrapolarvi non solo i preziosi nutrienti per il corpo biologico, ma anche per quello spirituale, riuscendo ad assimilare l’essenza intrinseca della loro stessa esistenza, ossia la meravigliosa essenza del dare e darsi incondizionatamente.
Mangiare quindi non per il piacere personale ma per ricavare il giusto nutrimento per portare avanti un progetto di vita che trascende “me” e “te”, il “qui ed ora” ma che allo stesso tempo li comprende in un universo olistico in continuo movimento è dunque ora il mio obiettivo primario a cui spero presto di giungervi serenamente. Aver abbandonato questi frutti e l’usanza di mescolarli tutti insieme per me non significa solamente astensione dal perpetrare abitudini alimentari artificiali bensì liberazione da un certo approccio egoistico alla vita, legato intrinsecamente in questo caso, alla rettificazione della sfera sessuale.


Ricapitolando…
Da quando ho eliminato la fruttortaggio dalla mia dieta ho rettificato i seguenti aspetti della mia vita/salute


Livello fisico:
Couperose enormemente alleviata
Niente più muco nelle feci
Niente più bruciore nell’intestino al momento dell’evacuazione
Nessuno stress inutile per l’organismo nel tentativo di separare le bucce indigeste di pomodoro dalla sua polpa
Niente più insalubri ed artificiali miscugli di vari tipi di cibi

Livello Emotivo/Spirituale:
Maggiore tranquillità interiore
Stabilità emotiva
Nessuna dispersione

Livello Mentale:
Maggiore capacità di sintesi

Livello materiale (frugalità):
Niente più uso di coltelli, forchette, taglieri, pelapatate, mandoline per alterare la forma naturale della fruttortaggio ed ingannare in questo modo i vari sensi dell’essere umano che altrimenti potrebbe non essere in sintonia con l’essenza dell’alimento nella sua forma integra. (dispersione energetica dell’alimento)

Mangiare frutti integri significa smettere di prendere in giro se stessi, guardare in faccia la realtà, la vita, fare scelte giuste.
Mangiare prodotti cotti, raffinati, opera dell’uomo significa deresponsabilizzarsi, superficialità, finzione.