sabato 23 maggio 2015

Tutte le strade portano a...


TUTTE LE STRADE PORTANO A ...

(Aggiornamento 05/15)


Ebbene si, carissimi, affezionatissimi lettori, sono (fortunatamente per breve) tornata alla civiltà.

Vorrei in questa occasione, non solo aggiornare nuovamente la mia situazione, condividendo con voi le mie esperienze ed emozioni in costante evoluzione ma anche scrivere un po di più su alcuni eventi chiave di un passato recente che hanno poi segnato il mio presente attuale e segneranno, senz'orma di dubbio, il mio futuro prossimo.

Finalmente rivelero' qui per la prima volta a grandi linee, i miei ultimi 3 anni vissuti in Sud America, precisamente Brasile (Bahia), Costa del Dende, poi (Bahia) Costa del Cacao (Foresta Atlantica), infine Amazzonia (Foresta Pluviale Amazzonica) anche se per brevi periodi ho vissuto anche nello stato di Rio de Janeiro e Paranà nel sud del Paese.

Lo scorso 1° Maggio ha visto definitivamente il chiudersi delle porte con questo Paese che tanto mi ha dato  - ma tanto ha pure tolto - con il ritorno in Europa, l'ultima dopo 2 anni di assenza continuata.

Sono molteplici le ragioni per le quali sono giunta a questa decisione.
Riassumendole potrei classificarle per i seguenti tipi:

CIBO

1) Scarsità di varietà di frutta tropicale e locale,

2) Bassa qualità di verdure/ortaggi

3) Bassa qualità di cibi in generale

4) Prezzi paragonabili a quelli italiani

5) Ignoranza e disinteresse dei contadini circa la salvaguardia e collezionamento di specie indigene e tropicali

PERSONE

1) Mancanza di persone/comunità simili ai miei ideali


Riprendiamo dall' ultimo aggiornamento del Febbraio scorso;

Terminai il post lasciandovi l' impressione di una persona finalmente soddisfatta per la sua vita "naturale" anche se l'affermazione "Non piu della Mela addomesticata dalla superbia dell uomo faro´del mio cibo ma dei frutti selvatici generati dall Infinita Sapienza degli Spiriti della Natura" già aveva tutta l'aria di essere un preludio alla prossima ondata di ispirazione che, come leggerete tra poco, travolse e - per certi versi -  sconvolse la mia esistenza..

Quando scrissi quel post, mi trovavo per la seconda volta in Bahia, questa volta da sola, senza il mio amico N.

Con lui vi andai per la prima volta un anno e mezzo prima (e vi rimasi per circa 9 mesi), dovendo lui rientrare in Europa per motivi di salute.



PRELUDIO

Dopo 14 mesi in Bahia (seconda volta, Costa del Cacao), tra spiagge meravigliose, lavoro in "fazendas" (fattorie artigianali) di cacao, deliziosi jackfruits e persone amiche, mi decisi di visitare l' Amazzonia nella speranza  - un pò come in Kenya - di trovarvi una grande quantità di frutta selvatica, piante medicinali prodigiose e contatti con tribù indigene con le quali apprendere per lo meno le basi di una vita completamente dipendente da ciò che la Foresta ha da offrire, per potermi così finalmente dimenticare dei super/mercati e del bisogno della moneta.



A FLASHBACK IN TIME


Anni fa, quando ancora in Africa (2010), insieme al mio amico N, trovai per caso su internet il contatto di un tale il quale aveva comprato un terreno in Amazzonia e vi aveva cominciato a piantare svariati alberi da frutta già da alcuni anni e dunque io ed il mio compagno di viaggio di allora - decidemmo di contattarlo per capire se fosse disposto a lasciarci organizzare una comunità eco-fruttariana.

Il tipo si disse aperto e felice dei propositi del nostro progetto e della nostra futura visita anche se ci fece sapere che sarebbe stato meglio se non fossimo stati troppo rigidi sulle nostre posizioni di fruttariani estremi perchè lo scopo primario per cui aveva comprato quella terra era di riunire quante più persone possibili in nome dell' amore per la Natura e dell'Arte.

A causa delle precarie condizioni di salute del mio amico, andammo sì in Brasile (Bahia, Costa del Dendè/per la prima volta) ma non direttamente in Amazzonia perchè ci era stato sconsigliato dal proprietario stesso in quanto l'accesso a quelle terre era (ed è) limitato solamente a pochi 4x4 e sopratutto, solamente quando non piove.

Per cui, ci limitammo a stare nello stato di Bahia in proprietà più prossime ai servizi di trasporto fino a quando, lo stress e la disperazione ebbero la meglio sul mio amico che insieme decidemmo sarebbe stato meglio per lui rientrare in Europa e da là, partire verso il suo paese d'origine.

Lo accompagnai così, ingenuamente pensando di passare un po' di tempo in Germania, Spagna o Portogallo ma ai primi freddi di Novembre, presi di nuovo il volo, spaventata dai rigori dell' Inverno.

Comprai nuovamente un biglietto per Salvador da Bahia ma decisi di visitare prima una comunità "spirituale" nel sud del Paese (Paranà) dove finii per ammalarmi a causa della presenza di immense piantagioni di soya e quindi, dell'elevata presenza nell'ambiente di pesticidi di qualsiasi tipo.

Anche se non toccai nessun cibo a base di soya, fu sufficiente respirare quei fumi tossici nell'aria per causarmi degli strani blocchi intestinali con cui dovetti combattere per mesi dopo la mia partenza verso Bahia.

Me ne andai dopo neanche un mese. Venni allontanata dalla comunità perchè mi rifiutai di mangiare cibi cotti e bruciati e per l'aver criticato la bassa qualità dei cibi che consumavano in maniera del tutto incosciente - fatti contrastanti l'elevata precisione di esecuzione e scelta di materie prime destinate invece ai loro prodotti da forno venduti in molte filiali del Paese..

Tornata in Bahia, lasciai il mio corpo riprendersi e quando finalmente sembrò aver riacquistato la sua naturale regolarità, mangiai un qualcosa di sbagliato e finii per fare un digiuno quasi secco di 9 giorni più altri tre intervallati da un leggero pasto per non far preoccupare i miei amici che mi pressavano per portarmi all'ospedale più vicino per farmi delle flebo..
Rifiutavo cibo ed acqua, non sentivo alcuna fame/sete e sopratutto, quando tentai di mangiare, rigurgitai il tutto, stupita dall'abbondanza e acidità del mio reflusso gastroesaofageo, senza precedenti.

Dovetti cedere e passai alcuni giorni all'ospedale ma sembrava che nessun dottore ne stesse venendo a capo ed in più le mie condizioni non miglioravano.
All'inizio credetti mi stessero somministrando solamente soluzioni zuccherine ma poi scoprii che insieme nella flebo, vi era anche dell antibiotico..
Chiedetti con urgenza di essere dimessa e dopo aver conversato con il medico di turno, me ne tornai alla fazenda dove lavoravo, impaurita più per le conseguenze delle"cure" che mi avevano somministrato che del pensiero di non aver la minima idea di cosa mi stesse accadendo e come risolvere il problema.

Poi, mi feci coraggio e presi in mano le redini del mio pensiero.
Grazie alla mia intuizione ed esperienza acquisita in disturbi psicosomatici e digestivi dopo due anni insieme al mio amico fruttariano malaticcio, capii l'origine dei sintomi e mi curai con l'aiuto di un farmaco banale.

I sintomi erano passati ma ora dovevo riposare ed organizzare le fasi del mio re_feeding.
Inoltre, ero talmente emaciata che facevo fatica a camminare anche solo qualche passo.
Per di più, a causa della prolungata disidratazione, non fui in grado di udire chiaramente dal mio orecchio sinistro.

Nel giro di 2 mesi mi ripresi decentemente.
Mangiai copiose quantità di colesterolo da uova allevate per la maggior parte da una vicina, completamente all'aperto e con cibo naturale.

Furono questi, dopo il digiuno, i miei primi giorni non più fruttariani/vegani.

Del resto, avocadoes non ce n'erano a quel tempo..
Avevo a disposizione solo papayas e mangoes ma non mi furono sufficienti, e  - reduce dell'esperienza  in Kenya quando forzata da vari fattori logistici, perdetti tantissimo peso e quasi tutti i muscoli per aver mangiato solo quei due tipi di frutta e neanche in sufficienti quantità - non me la sentii di aderire ad un dogma mentale quando il corpo chiamava chiaramente altri tipi di nutrienti.

Un mese dopo questa fase, riapparvero le mie mestruazioni che erano già scarse ed irregolari poco prima che partissi per il primo Fruktifest francese (ai tempi della monodieta di meloni, 2 mesi e mezzo) e poi sparirono del tutto durante la mia permanenza in Spagna (monodieta dell'uva, circa 2 settimane)..

Da quella prima mestruazione dopo anni senza, continuai regolarissima.
Il ciclo mestruale riapparso - probabilmente in concomitanza del digiuno e del colesterolo - mi aiutò a riconnettermi con quel lato della mia femminilità che da anni mi aveva abbandonato, insieme ad uno dei miei più giovani ex-partner, quando alle Isole Canarie nel 2010, sul bus verso Tenerife, mi giurò che sarebbe tornato a breve ma, mentendo, sparì dalla mia vita senza neppure il coraggio di spiegare le sue azioni.

Se ne andò l'amore, se ne andarono le mestruazioni e poi ritornarono le mestruazioni regalandomi  un altro amore giovane che fece la fine di quell'altro anche se questo ebbe per lo meno la decenza di non mentire.

L'amore perso, l'amore ritrovato.. e poi di nuovo perduto.. Il desiderio di una famiglia, di una tribù.. La vita naturale, il cibo degli Spiriti della Selva..

Queste le premesse della mia prossima evoluzione..